La nostra libreria
|
Le biotecnologieLe biotecnologie La fine del XX secolo ha conosciuto un incredibile sviluppo della ricerca scientifica, volta a studiare e modificare gli organismi viventi e il loro patrimonio genetico. Alcuni studiosi considerano l’avvento delle cosiddette biotecnologie come la seconda grande rivoluzione industriale della storia. La clonazione della pecora Dolly, così come la produzione di piante transgeniche (Organismi Geneticamente Modificati), che meglio si adattano alle esigenze produttive e commerciali, hanno provocato un ampio dibattito internazionale polarizzato su due grandi questioni: da una parte, il continuo progredire della ricerca scientifica, dall’altro, le perplessità e le opposizioni di carattere etico che queste ricerche suscitano. La possibilità di intervenire sul patrimonio genetico degli esseri viventi, tramite l'inserimento di geni estranei al patrimonio genetico originario, consente infatti di migliorare le caratteristiche di piante e animali, di creare medicinali e vaccini più efficaci, meno costosi e più facili da riprodurre in grandi quantità. I media di tutto il mondo parlano così anche di Tetra, il primo clone di scimmia, di Britney, la gallina capace di produrre uova anticancro, del cotone che non infeltrisce e di mele e fragole capaci di combattere la carie. Al contempo, però, l’utilizzo di biotecnologie pone molti problemi sia dal punto di vista etico che politico: sempre più spesso, le tecniche di manipolazione genetica sembrano rispondere a precise esigenze di mercato e mettere così in secondo piano il rispetto per la natura degli esseri viventi. I grandi passi in avanti fatti dall'ingegneria genetica hanno portato grandi cambiamenti nell'agricoltura: il pomodoro che si può conservare a lungo, la soia resistente agli erbicidi, il mais resistente alla piralide rendono possibile un forte aumento della produttività ed una diminuzione dei costi. Ma l'uso delle piante transgeniche, soprannominate anche "il cibo di Frankestein", ha trovato forti opposizioni soprattutto da parte delle organizzazioni ambientalistiche e di gran parte della popolazione in Europa. Gli effetti delle manipolazioni genetiche sono ancora poco studiati, e di conseguenza non se ne conoscono gli eventuali pericoli. In Europa, contrariamente a quanto avviene in America, si è regolamentato l'impiego degli OGM: molte licenze di coltivazione sono state negate, le aree dedicate alla sperimentazione sono molto ridotte, ed è obbligatorio indicare nell'etichetta dei prodotti alimentari la presenza di OGM superiore all'1% .
|