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L'integralismo in Afghanistan

L'integralismo in Afghanistan

Addio ai Buddha

I due Buddha giganti di Bamiyan, alti 53 e 35 metri, scolpiti intorno al secondo secolo dopo Cristo, avevano resistito a diciotto secoli  di storia, guerre, invasioni, passaggi di popoli e mutamenti religiosi. A segnarne la fine è stato il regime integralista dei Talebani (i cosiddetti studenti di teologia coranica) che dal 1996, dopo la cacciata del presidente Rabbani dalla capitale Kabul, controllano la maggior parte del territorio afghano.

Le proteste internazionali non sono riuscite a fermare l'ordine del leader dei Talebani, il mullah Mohammad Omar, e nel marzo del 2000 le televisioni di tutto il mondo e Internet hanno trasmesso le immagini della distruzione dei Buddha.

Si tratta solo del gesto più eclatante di un regime che  impone severissime regole a tutta la  popolazione e arriva spesso a violare i più elementari diritti umani. Sono soprattutto le donne a subire pesanti discriminazioni: non possono lavorare, andare a scuola, ricorrere alle cure di medici maschi, parlare con uomini che non siano il marito o altri familiari, uscire senza la "burqa", un manto che copre tutto il corpo e prevede solo una sorta di grata di cotone all'altezza degli occhi.

L’ultimo divieto prevedibile riguarda l'uso di Internet: secondo le notizie diffuse, solo una postazione collocata nell'ufficio del mullah è legalmente abilitata alla connessione in rete.