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Il popolo di SeattleIl “Popolo di Seattle” Nel dicembre 1999 si svolge a Seattle la conferenza ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) che si prefigge di discutere temi quali la tutela dell’ambiente, la globalizzazione dei mercati, il debito dei paesi del Terzo mondo. La conferenza si chiude senza alcun risultato significativo a causa della protesta dei rappresentanti dei paesi del Sud del mondo e, soprattutto, del clamore suscitato dalle manifestazioni organizzate da migliaia di persone appartenenti a movimenti di cittadini, organizzazioni non governative, movimenti giovanili e ambientalisti, sindacati. È l’atto di nascita del cosiddetto “Popolo di Seattle”, un composito movimento internazionale che ha come mezzo di collegamento Internet e come collante la protesta contro la globalizzazione dei mercati e delle regole e prassi economiche, spesso incuranti dei danni ambientali e delle peculiarità e differenze di ogni singolo paese. I “no global” contestano anche la progressiva trasformazione della sanità, della scuola e della cultura in oggetti di commercio. Fra i nomi simbolo del movimento troviamo l’agricoltore francese José Bové e la saggista Naomi Klein, autrice di No Logo, un libro che mette sotto accusa lo strapotere delle multinazionali e dei loro marchi. Il luogo simbolo è invece Porto Alegre, in Brasile, dove, dal 25 al 30 gennaio 2001, si è svolto un controvertice mondiale in opposizione al World Economic Forum di Davos (Svizzera). Da quel dicembre 1999, il “Popolo di Seattle” contesta i grandi del mondo, con imponenti manifestazioni che spesso sono sfociate in violenti scontri. Nel 2000 i "no global" scendono in campo: in aprile, a Wahington, in occasione del G7; in settembre, a Praga, durante un nuovo incontro del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale; in ottobre, a Monreal, in occasione del vertice tra i ministri finanziari e i governatori delle Banche centrali dei 20 paesi più industrializzati; in dicembre, a Nizza, durante il Consiglio Europeo. Il 2001 si apre con il “popolo di Seattle” in azione a Davos, in Svizzera, al Forum dell’economia mondiale. In marzo, a Napoli, 15-20.000 dimostranti contestano violentemente il Global Forum; in aprile, in Quebec, i “no global” mettono sotto assedio la riunione dei Presidenti e dei Governatori di Nord, Centro e Sud America. A giugno, durante una nuova riunione del Consiglio Europeo a Göteborg (Svezia), la situazione precipita e ci sono gravi feriti. Ai dimostranti identificati la magistratura svedese infligge pene severe. Gli ultimi scontri, la cui eco non si è ancora sopita, si verificano in Italia, durante il Vertice del G8 a Genova.
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