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Abelardo
Abelardo Il "primo grande intellettuale" del Medioevo, come è stato definito, nasce nel 1079 nella regione di Nantes, in Francia, in una famiglia della piccola nobiltà bretone. Studia le arti liberali a Tours, a Loches e alla scuola cattedrale di Parigi; poi si perfeziona in teologia con Anselmo di Laon. Apre scuole in vari luoghi, ritornando infine nella capitale come maestro di dialettica. All'apice del successo si innamora di Eloisa, una sua allieva di grande cultura e sensibilità, con la quale vive una intensa storia d'amore. "Col pretesto dello studio" - scrive lo stesso Abelardo nella sua autobiografia - "attendevamo perdutamente al nostro amore; e l'impegno delle lezioni ci offriva quei luoghi segreti che l'amore desiderava. Aperti i libri erano più le parole d'amore che le frasi lette nel testo; erano più i baci che le sentenze; e le mie mani correvano più spesso ai seni che ai libri, mentre l'amore si rifletteva nei nostri occhi, distogliendoli dalla lettura [...]". La relazione, che diventa segretamente un matrimonio nel 1119-1120, dopo la nascita di un figlio, provoca l'ira furibonda dello zio della fanciulla, il potente canonico Fulberto, che fa evirare Abelardo per mano di suoi sicari. Gli amanti, costretti a separarsi, scelgono la vita religiosa, ma continuano a scriversi lettere in cui il loro sventurato rapporto si colora di implicazioni culturali e religiose. Autore di importanti scritti di filosofia, teologia e logica (che gli hanno valso l'appellativo di "Cartesio del XII secolo"), negli ultimi anni della sua vita Abelardo viene attaccato da più parti, finendo addirittura condannato nel 1140 dal concilio di Sens. Accolto da Pietro il Venerabile nell'abbazia di Cluny, muore nel 1142.
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