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L'India fra aiuti e carestie
L'India fra aiuti e carestie Sin dall'indipendenza, l'arretratezza dell'economia e la difficoltà di garantire il sostentamento alla popolazione di uno Stato, che già alla fine dell'Ottocento era il secondo più abitato al mondo, hanno spinto i governi indiani ad accettare e ad incoraggiare una politica di aiuti da parte dei paesi più sviluppati. In particolare in caso di grandi carestie, come in quella del 1965-1967, essi hanno giocato un ruolo insostituibile non solo nel funzionamento e nella crescita economica dell'India quanto nel vitale sostentamento. D'altronde, l'importazione dall'estero di aiuti (specie se alimentari: grano, cereali ecc.) ha avuto eccezionali costi economici, sociali e politici: dall'alto tasso di interessi pagato agli Stati prestatori-donatori alla distorsione dei meccanismi di mercato locale (abbassamento del prezzo dei cereali e in genere deterioramento dei rapporti di scambio agricoli locali), dal sostegno ad una classe sociale al vero e proprio condizionamento politico sull'operato dei governi.
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