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L’intervento russo in Afghanistan
L’intervento russo in Afghanistan Etnicamente assai composito, da sempre sottoposto alle contrapposte influenze russe da un lato e indiane (o inglesi, quando questi possedevano l'India) dall'altro, l’Afghanistan aveva subito nel 1973 un colpo di stato che aveva deposto la monarchia e instaurato un regime fondamentalista filo-iraniano. Nel 1978 vi fu un altro colpo di stato, questa volta in senso filo-sovietico. Nel 1979, alle prime avvisaglie di debolezza del nuovo regime, l'URSS di Breznev intervenne direttamente nel paese, provocando ampie proteste internazionali che vedevano nell'atto un ostacolo intollerabile sulla via della distensione mondiale. Contro il regime e contro l'occupante si organizzò presto una guerriglia islamica che, per quanto divisa, batté più volte l'esercito invasore, assunse sempre più forza fino ad imporre il fallimento di un tentativo di riconciliazione nazionale ed il ritiro completo delle forze sovietiche, nel quadro della nuova politica gorbacëviana che tendeva a introdurre in URSS forme di democrazia (con la glasnost, la trasparenza del potere) e di libertà economiche e civili.
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