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L’intervento americano in VietnamL’intervento americano in Vietnam La conferenza di Ginevra (1954), che poneva fine alla guerra fra Francia e l’Indocina, non doveva portare la pace in quell’area dell’Estremo Oriente. L’Indocina si divise in due: il Vietnam del nord e il Vietnam del sud.La forza assunta dal nord filo-sovietico e dalla guerriglia filo-comunista al sud, spinse gli USA a rafforzare prima il regime del sud e poi (constatata la sua debolezza e nel timore di perdere il controllo di tutta l'area) ad intervenire direttamente: da poche centinaia di consiglieri militari della fine degli anni Cinquanta, si arrivò a oltre 70.000 uomini nel 1968, obbligando gli USA a reintrodurre la coscrizione obbligatoria. Nel frattempo la guerra si era fatta brutale. Da un lato la guerriglia vietcong ricorreva ad ogni mezzo (ricevendo sostegni dalle potenze comuniste), dall'altro gli USA bombardavano a tappeto città e villaggi, usavano aggressivi chimici, estesero le operazioni alla Cambogia e al Laos. La resistenza vietnamita e le aspre proteste della comunità internazionale e dell'opinione pubblica, anche dopo un tentativo di "vietnamizzazione" (cioè di riduzione dell'impegno USA) portarono alla sconfitta finale (1975). La brutalità di quella guerra - oltre che marcare drammaticamente la vita del popolo vietnamita - ferì profondamente tutta una generazione di Americani e la maggior parte dell’opinione pubblica mondiale.
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