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Bianchi e indiani
Bianchi e indiani In viaggio in America, lo storico francese Tocqueville analizzò le cause delle prime distruzioni di tribù indiane: “Tutte le tribù indiane che abitavano un tempo il territorio della Nuova Inghilterra, non vivono più che nel ricordo degli uomini [...]. Quanto al modo con cui questa distruzione si opera, è facile indicarlo. Quando gli indiani abitavano da soli il deserto donde oggi vengono scacciati, avevano scarse necessità, essi fabbricavano da soli le loro armi, bevevano solo acqua, e si vestivano solo delle pelli degli animali di cui mangiavano la carne. Gli europei hanno introdotto fra gli indigeni le armi da fuoco, il ferro e l'acquavite, hanno loro insegnato a sostituire con i nostri tessuti i barbari vestiti di cui si era fino allora contentata la semplicità indiana. Contraendo gusti nuovi gli indiani non hanno appreso l'arte di soddisfarli e han dovuto ricorrere all'industria dei bianchi. In cambio di questi beni, che essi non potevano procurarsi da soli, non potevano offrire che le ricche pellicce che le foreste fornivano ancora. Da quel momento la caccia non dovette più servire solo ai loro bisogni ma anche alle frivole passioni degli europei. L'indiano non dette più la caccia alle bestie delle foreste per potersi nutrire, ma per procurarsi il suo unico mezzo di scambio. Mentre i bisogni degli indigeni si accrescono, le loro risorse diminuiscono continuamente [...]. Alexis de Torcqueville, La democrazia in America, 1830
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