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L'Italia dal dopoguerra alla repubblica
L’Italia dal dopoguerra alla repubblica Alla fine della guerra, l’Italia si trovò nella paradossale condizione di paese alleato dei vincitori della seconda guerra mondiale e di paese vinto. Gli accordi postbellici fra gli Alleati portarono l’Italia sotto l’influenza anglo-americana. Ben presto gli Stati Uniti acquisirono un peso determinante nella politica interna ed estera italiana. Il dopoguerra, con tutti i problemi della ricostruzione e della ripresa economica, fu organizzato da un governo di coalizione democratica che comprendeva tutti i partiti antifascisti. Il 20 giugno 1945 fu costituito il governo Parri (il primo dell’Italia completamente libera) che iniziò subito la smobilitazione e il disarmo delle formazioni partigiane e cercò di portare il paese sulla via della normalizzazione. Fissò poi per il 1946 le elezioni per l’Assemblea costituente a cui spettava il compito di redigere la nuova Costituzione. Nel novembre 1945 cadde il governo Parri e divenne Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Il 2 giugno 1946 si tennero contemporaneamente le votazioni per il referendum istituzionale (monarchia o repubblica) e per la Costituente. L’esito del referendum fu favorevole alla repubblica anche se con uno scarto di voti non grandissimo, e il 13 giugno Umberto II di Savoia, dopo aver cercato inutilmente di invalidare i risultati elettorali, partì per l’esilio. Il voto del 2 giugno aveva dimostrato il peso dei tre maggiori partiti (Democrazia Cristiana, Partito Comunista, PSIUP) che, in un clima inizialmente unitario e poi sempre più contrastato, portarono tra il 1946 e il 1947 alla “Costituzione della repubblica italiana” tutt’oggi in vigore.
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