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Lorenzo de' Medici

Lorenzo de’ Medici (1449-1492)

Secondogenito di Piero, succedette al padre poiché il fratello maggiore Giuliano fu ucciso nella congiura dei Pazzi del 1478. La congiura era appoggiata dal Papa Sisto IV e da Ferrante d’Aragona, nemici della famiglia dei Medici. Lorenzo, scampato all’attentato, dimostrò subito le sue capacità diplomatiche recandosi a Napoli dove riuscì a allearsi con Ferrante. Lorenzo divenne così il completo padrone di Firenze. Proseguì la politica di Cosimo, anche se fu meno prudente e più disposto alla tirannia. Dotato di grande intelligenza, governò in un clima di prosperità pubblica, e mantenne a Firenze l’istituzione repubblicana, anche se solo di nome: in realtà Lorenzo fu virtualmente un tiranno. Non esitò a servirsi di spie, interferì negli affari privati dei cittadini, ma riuscì anche a portare i commerci e l’industria di Firenze a un livello di progresso superiore a quello di quasi tutte le altre città europee. Lorenzo fu l’iniziatore di quel movimento di Rinascita che si basava sul rifiuto della scienza scolastica e teologica, per dare importanza all’indagine e alla ricerca del senso della vita, ponendo l’uomo al centro dell’universo. Il palazzo di Lorenzo divenne il centro di una cultura che, partendo dalla riscoperta dell’antichità greca e latina, porterà le arti e le lettere a una straordinaria fioritura. I più grandi artisti e letterati frequentavano la sua corte, ma quello che differenziò Lorenzo dagli altri mecenati dell’epoca fu la sua attiva partecipazione intellettuale nei lavori che promuoveva. Fu un elegante scrittore in prosa, e poeta veramente originale. Ficino e Pico della Mirandola erano ospiti abituali della corte medicea e Michelangelo iniziò i suoi studi nella bottega che Lorenzo patrocinava.

La pace di Lodi del 1454 aveva portato, nel territorio italiano, a un sostanziale equilibrio che fu mantenuto anche grazie all’abilità diplomatica di Lorenzo, che fu infatti detto “l’ago della bilancia” della politica italiana. Cercò infatti di salvaguardare l’asse privilegiato costituito da Firenze, Milano e Napoli, dalle ambizioni veneziane e dall’ambiguità pontificia. Proprio questo clima di relativa pace costituì lo sfondo più adatto allo sviluppo della civiltà del Rinascimento, sia sul piano delle arti che su quello delle tecniche. Alla morte di Lorenzo il Magnifico, avvenuta nel 1492, il sistema di equilibrio si indebolì e le rivalità fra gli Stati della penisola portarono al coinvolgimento di potenze straniere nelle vicende italiane.