mappamappamappasinistradestra

 


La nostra libreria

Compra i tuoi libri da www.librazioni.it


 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia 1861. La storia del Risorgimento che non c'è sui libri di storia
Fasanella Giovanni
Sperling & Kupfer, 2010
€18,50


 Cucina, chimica e salute Cucina, chimica e salute
Nicoletti Rosario
Aracne, 2009
€15,00


 Quello che rimane Quello che rimane
Kidder Tracy
Piemme, 2010
€17,50



La caduta del muro di Berlino

L'immagine della fine del 1989 del crollo del Muro di Berlino, delle centinaia di migliaia di tedeschi che passano festanti dall'est all'ovest gustando quella libertà che i regimi dell'Europa orientale avevano impedito, ha un significato storico enorme, di fine di un'epoca. Collegata all'altra, successiva, del disfacimento dell'URSS prima per l'incalzare del riformismo Gorbacëviano poi sotto i colpi mortali della crisi economica, delle richieste autonomistiche e del crollo della legittimazione del potere sovietico.Finiva così - nel giro di pochi anni - il bipolarismo che aveva retto le sorti del mondo dal 1945.

Gli altri dati di fatto importanti per definire il quadro internazionale nel quale viviamo - come il rafforzarsi degli USA, la vittoria del capitalismo, la crescita economica e politica dell’Europa centro-occidentale e del Giappone, i problemi e i drammi del Terzo Mondo - sembrano nell'immaginazione di molti affievolirsi di fronte all’evento epocale del crollo del sistema sovietico.

Ognuno ha cercato di spiegare a suo modo questo grande evento storico: vi è così chi sostiene che a far crollare l'URSS e le "democrazie popolari" sia stata l'estrema determinazione della politica riarmista di Reagan, chi invece sottolinea il ruolo del riformismo Gorbacëviano, chi ricorda le debolezze passate e recenti della pianificazione sovietica, chi infine mette l'accento sulla forza eccezionale e determinante delle aspirazioni a lungo conculcate di libertà e democrazia dei popoli dell'Est europeo. Certo è che il comunismo reale è fallito.

La nuova situazione internazionale all'Est in buona parte ha permesso nuove e più democratiche soluzioni in aree da tempo afflitte da crisi ritenute non risolvibili. Valgano per tutte il ritorno alla democrazia di molti paesi dell'America Latina e il crollo pacifico del regime della segregazione razziale in Sudafrica.

Certo, rilevano però gli analisti più prudenti, anche se più libero, il mondo del dopo-1989 è paradossalmente più instabile di quello congelato dai regimi comunisti e ingabbiato nella paura della distruzione nucleare del tempo della Guerra Fredda. Il diffondersi di nazionalismi, gli spazi di incertezza che questa instabilità crea, i rischi di una proliferazione nucleare anche con potenze minori e governi meno responsabili, soprattutto la difficoltà di porre argine a crisi politiche e militari che insidiano anche i margini più vicini all’area unitaria dell’Europa, sono sotto gli occhi di tutti. I drammi della ex-Jugoslavia e della Cecenia rappresentano al tempo stesso un'esemplificazione dei rischi ed un caso limite di questa difficile congiuntura internazionale dall’evoluzione imprevedibile.

Bibliografia

Paul Kennedy, Ascesa e declino delle grandi potenze, Milano, Rizzoli, 1989

F. Feito, La fine dell'Europa socialista, Milano, Mondatori, 1994