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Gandhi

Gandhi

Mohandas Karamchand Gandhi

(Porbandar 1868 - New Dehli 1948)

Protagonista e teorico della lotta politica non violenta per l’indipendenza dell’India.

Completati gli studi giuridici in Gran Bretagna, Gandhi si stabilì in Sudafrica per più di un ventennio (sino al 1915), dove maturò una forte avversione contro i metodi coloniali e razzisti.

Al ritorno in India, sviluppò però una propensione per un metodo non violento di lotta politica che, quando negli anni Venti divenne il leader del Partito del Congresso Indiano (un'organizzazione fondata nel 1885 e che proprio Gandhi contribuì a far evolvere dagli originari intenti riformisti ad una vera e propria posizione anticoloniale ed indipendentista), divenne nota come satyagraha. Provata e perfezionata in vari cicli di lotta fra anni Venti e Quaranta questo tipo di azione politica prevedeva il rifiuto in massa di norme considerate moralmente ingiuste, la disobbedienza civile ed in alcuni casi anche lo sciopero e l'astensione da ogni attività. Nel frattempo Gandhi assumeva sempre più una posizione ascetica (il Mahatma), di grande e nobile rigore morale.

Insieme agli obiettivi della lotta, forgiati nei dibattiti e negli scontri fra Gandhi e Nehru, come fra partito del Congresso e Lega Musulmana, e alla decisione inglese di disimpegnarsi dall'India (vista ora più come fonte di preoccupazioni e di timori che di guadagni certi), certo molto del risultato finale dell'indipendenza indiana si dovette anche al suo metodo di lotta politica, destinato a suscitare grande interesse ed ammirazione nei decenni successivi.

Nel gennaio 1948 un indù convinto che il Mahatma avesse tradito l'India permettendo la separazione del Pakistan, assassinò Gandhi: ma non cancellò il suo messaggio.