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Marcuse e la contestazione studentesca

Marcuse e la contestazione studentesca

Marcuse e la contestazione studentesca

Il senso della "contestazione" studentesca e giovanile degli anni Sessanta è riassunto in questa celebre analisi del filosofo e sociologo tedesco Herbert Marcuse allora residente negli Stati Uniti:

“Voi sapete che io considero l'opposizione studentesca uno degli elementi decisivi del mondo attuale; non una forza immediatamente rivoluzionaria, come mi è stato ripetutamente contestato, ma un fattore tra quelli che potrebbero un giorno più facilmente trasformarsi in una forza rivoluzionaria [...].

Contro che cosa è diretta questa opposizione? La domanda deve essere presa molto sul serio, perché si tratta di una opposizione contro una società democratica e ben funzionante che, almeno normalmente, non si basa sul terrore. Inoltre, questa opposizione lotta contro la maggioranza della popolazione, inclusa la classe operaia (su questo negli Stati Uniti non abbiamo alcun dubbio), contro tutta la cosiddetta "way of life" del sistema, contro la onnipresente pressione di questo (che con la sua repressiva e distruttiva produttività degrada, in modo sempre più disumano, ogni cosa a merce, facendo della compravendita lo svago e il contenuto della vita), e infine contro il terrore che regna al di fuori della metropoli.

Questa opposizione contro il sistema in quanto tale è stata scatenata in un primo momento dal movimento per i diritti civili e in seguito dalla guerra del Vietnam.”

Herbert Marcuse, 1967