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La primavera di Praga

La primavera di Praga

In Cecoslovacchia, nel 1968, un esperimento di riforma del "socialismo reale" fu brutalmente interrotto dall'intervento militare sovietico. L’esperimento di riforma e di fondazione di un socialismo “dal volto umano” è in questo famoso documento critico e programmatico

“Il partito comunista, che dopo la guerra godeva della grande fiducia del popolo, la sostituì gradualmente con la burocrazia e ben presto non gli restò altro. Possiamo ben dirlo, perché tra noi comunisti la delusione per i risultati è grande quanto la delusione degli altri.

Una linea di direzione sbagliata trasformò il partito da associazione ideologica in organizzazione di forza, che offriva grandi occasioni a chiunque fosse assetato di potere, al tornaconto dei codardi e delle coscienze poco pulite [...].

La situazione all'interno del partito comunista serviva da modello per un'analoga situazione nello Stato. La fusione tra il partito e lo Stato fece perdere al partito la capacità di ritirarsi dalle responsabilità esecutive. Non era ammesso criticare l'operato delle organizzazioni statali ed economiche. Il Parlamento dimenticò le sue procedure, il governo dimenticò in qual modo si governa, i direttori dimenticarono come si dirige. Le elezioni non avevano alcun significato, le leggi non contavano [...].

In questi ultimi tempi si nota una grande inquietudine per la possibilità che potenze straniere interferiscano nel nostro sviluppo. Di fronte alle superpotenze l'unica nostra alternativa è tener duro [...]”.

Manifesto delle duemila parole, 1968