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Stalin
Stalin (pseud. di Josif Vissarionovic Dzugasvili 1879 - Mosca 1953) Politico georgiano successore di Lenin, fece dell'Unione Sovietica un paese industrializzato e collettivizzato e un regime politico basato sulla mobilitazione delle masse ma anche sul terrore. Passato da un'esperienza di socialismo rivoluzionario, il giovane Stalin entrò nel Partito socialdemocratico russo, schierandosi presto dalla parte di Lenin e guadagnando posti di responsabilità. Dopo la rivoluzione del 1917 si occupò dei rapporti fra le varie nazionalità della federazione sovietica, assommando vaste conoscenze sull'amministrazione dell'Unione Sovietica (1919), e di controllare il partito, in quanto suo segretario generale (1922) negli anni della malattia finale di Lenin. Morto Lenin nel 1924, nonostante questi avesse ammonito anche in un suo "testamento politico" circa la personalità e la politica di Stalin, il georgiano salì al potere prima all'interno di un triumvirato poi di fatto da solo. Da quel momento le scelte di Stalin furono quelle dell'URSS: socialismo in un paese solo, industrializzazione a tappe forzate, collettivizzazione dell'agricoltura, controllo del movimento comunista internazionale, culto della personalità, grande epurazione e processi contro l'opposizione, spirali di delazione, terrore e deportazione. Durante la seconda guerra mondiale fece appello al nazionalismo dei popoli sovietici violentati dall'invasione nazista, conducendoli alla vittoria. Nel clima della Guerra Fredda, dopo il 1945 fece pesare - all'esterno - il nuovo ruolo di superpotenza dell'URSS estendendo con la forza il sistema socialista all'Europa orientale mentre - all'interno - forte dei successi legati alla ripresa economica postbellica, faceva riprendere a tutto regime il sistema appunto staliniano. La sua morte, nel 1953, fu uno dei segnali che la Guerra Fredda poteva finire.
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