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Nikolaj Lenin
Nikolaj Lenin (pseud. di Vladimir Il'ic Ul'janov, Simbirsk 1870 - Gor'kij 1924) Rivoluzionario e politico russo, fondatore dell'Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche e del movimento comunista internazionale. Al culmine di una complessa maturazione politica (populista, socialdemocratica, marxista), prima ancora di partecipare alla rivoluzione russa del 1905, che lo confermerà nel suo pensiero, Lenin aveva già indicato nel gradualismo, nel parlamentarismo e nella fiducia che il socialismo arrivasse "inevitabilmente" dopo il capitalismo i principali errori della Seconda Internazionale socialista. Da qui, nel 1903, la fondazione della frazione "bolscevica" in seno al Partito socialdemocratico operaio russo. Dopo il fallimento della rivoluzione approfondisce ed amplia la sua riflessione, a livello internazionale ("l'imperialismo fase suprema del capitalismo") e della società russa (con la valorizzazione dei nuclei di classe operaia), indicando nel partito lo strumento che con i suoi rivoluzionari di professione e la sua rigida disciplina può rappresentare l'avanguardia politica cosciente del proletariato. È da queste posizioni che si impegna in una battaglia politica all'interno della Seconda Internazionale e del suo partito russo, battaglia acutizzatasi durante la prima guerra mondiale, che Lenin propone di trasformare in guerra civile internazionale contro il capitale. Nel 1917, tornato in Russia, si impegna per far prevalere la frazione bolscevica e i soviet come rottura rivoluzionaria, contro anche una ipotesi di soluzione democratica. Da qui l'insurrezione e la presa del Palazzo d'Inverno, da qui l'instaurazione della repubblica dei soviet, anche se inizialmente con i bolscevichi in minoranza rispetto ad altre forze politiche, da qui l'inflessibilità con cui Lenin persegue il suo programma rivoluzionario comunista. Da allora la politica di Lenin si intreccia con quella dell'URSS (e dal 1919 con quella della Terza Internazionale, comunista). Gravemente ammalato, però, già nel 1922 deve ridurre i propri impegni. Ancora criticamente lucido, scrisse però un suo "testamento politico" nel quale ammoniva i suoi colleghi di partito sul carattere e sulla politica di Stalin. Morì nel 1924, mentre Stalin era pronto per salire al potere.
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