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La tattica dei fronti popolari
La tattica dei fronti popolari Con la diffusione dei movimenti e dei governi fascisti, che costituivano un pericolo anche per l'URSS, l'Internazionale comunista - dopo aver attaccato i partiti socialisti e democratici quasi come "socialfascisti" - definì la tattica dei "fronti popolari". “In presenza della violenta minaccia del fascismo nei confronti della classe operaia e di tutte le sue conquiste, di tutti i lavoratori e dei loro diritti elementari, della pace e della libertà dei popoli, il settimo congresso dell'Internazionale comunista dichiara che compito primario e immediato del movimento operaio internazionale è costituire il fronte unico di lotta della classe operaia. Ai fini di una lotta vittoriosa contro l'offensiva del capitale, contro i provvedimenti reazionari della borghesia, contro il fascismo - il nemico acerrimo di tutti i lavoratori, i quali, senza distinzione di opinioni politiche, sono stati privati di tutti i diritti e di tutte le libertà -, è indispensabile che venga instaurata l'unità d'azione fra tutti i settori della classe lavoratrice, quale che sia l'organizzazione cui appartengono, anche prima che la maggioranza della classe operaia si unisca su una comune piattaforma di lotta per l'abbattimento del capitalismo e per la vittoria della rivoluzione proletaria [...]”.
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