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La Seconda Guerra Mondiale

Nonostante gli allarmi a più riprese lanciati dagli antifascisti, il progetto nazista di ridisegnare la carta politica dell'Europa - e non solo - marciò a tappe così forzate da cogliere impreparate non solo le democrazie occidentali ma anche lo stesso Mussolini, che al momento della dichiarazione di guerra da parte di Hitler dovette scegliere la via momentanea della neutralità.

Il progetto nazista prevedeva di costituire nel centro dell'Europa un inespugnabile blocco "tedesco" o "ariano", a spese di Polonia, Cecoslovacchia e Austria. Dare poi un colpo alla Francia, tradizionale avversaria e potenza che aveva umiliato la Germania nella Grande Guerra di 30 anni prima, e neutralizzare (o addirittura annientare) l'Inghilterra avrebbero permesso poi di attaccare l'URSS, avversaria ideologica e razziale. Il piano fu affidato all'oliata macchina militare tedesca, rafforzata da un incessante riarmo, ed alla sua strategia della “Blitzkrieg”, guerra lampo, che poté avvalersi delle incertezze delle potenze liberali e dal momentaneo sollievo procurato a Berlino dal patto russo-tedesco di non aggressione del 1939.

La seconda guerra mondiale fu scatenata di fatto nel settembre 1939 con l'aggressione alla Polonia, primo passo del progetto nazista. Cecoslovacchia, Austria, Norvegia, Francia, Balcani furono gli atti successivi del dramma, che culminò nell'assalto nazista all'URSS. Nel 1941 l'Italia cominciava a perdere i propri domini coloniali in Africa orientale, ma la battaglia con gli inglesi per il controllo dell'Africa settentrionale, dove le truppe di Roma erano state rinforzate da quelle tedesche guidate dal generale Rommel era tutt'altro che terminata. L'Europa era a fuoco, la Francia debellata già nel 1940, l'Inghilterra - stremata - resisteva grazie al soccorso statunitense, l'URSS invasa. Alla fine del 1942 l'espansione della Germania e il fenomeno del collaborazionismo fascista avevano raggiunto in Europa la massima estensione (mentre, in Asia e nel Pacifico, il Giappone aveva fatto altrettanto). Le potenze antifasciste apparivano in difficoltà.

La guerra scatenata fu così "totale". L'ampliamento eccezionale dei compiti dello Stato, "totalitario" e fascista o meno che fosse; lo sviluppo tecnico degli armamenti e l'estensione delle forze armate che si combattevano (nella guerra di terra come in quella aerea, in quella sottomarina come negli eserciti clandestini dei movimenti di Resistenza in Grecia, URSS, Francia, Jugoslavia, paesi scandinavi); il ruolo della propaganda e della lotta ideologica in un conflitto sanguinoso che però, a differenza di tutti i precedenti, cominciava a mietere più vittime fra i civili che fra i militari: ecco alcuni dei caratteri che già in questa prima fase della guerra furono subito evidenti.

Bibliografia

Paul Fussell, Tempo di guerra. Psicologia, emozioni e cultura nella seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1991

Martin Gilbert, La grande storia della seconda guerra mondiale, Milano, Mondadori, 1992

Henry Michel, Storia della Resistenza in Europa, Milano, 1970