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La guerra di sterminio nazista

La guerra di sterminio nazista

La seconda guerra mondiale ebbe un carattere generale di guerra totale, per il superamento del tradizionale confine fra i militari e i civili ed anche per l'amplissimo uso militare che fu fatto delle moderne tecnologie. Questo carattere non stempera, ma inquadra l'aspetto di vera e propria guerra di sterminio legato agli scopi e alla condotta della guerra da parte nazista. Il processo di "barbarizzazione della guerra", come l'hanno definito gli studiosi, della guerra nazista fu evidente - com'è tristemente noto - nell'intera vicenda della organizzazione “scientifica” dell’Olocausto e dei campi di concentramento e annientamento degli avversari e dei prigionieri. Non vanno però dimenticate la particolare efferatezza permessa e incoraggiata da parte dei vertici dello Stato nazista e della Wehrmacht nel caso, ad esempio, della repressione della varie forme di resistenza antifascista o in quello della guerra antisovietica. A questo riguardo già nel giugno 1941 la Wehrmacht dava carta bianca ai militari per operazioni di rappresaglia e di sterminio, anche al di fuori di ogni norma internazionale sul diritto di guerra: "Ogni soldato deve sapere che deve difendersi contro ogni attacco in combattimento; che nel caso di incertezza egli può sia liberare sia fucilare individui [russi]. Ogni ufficiale deve sapere che può o fucilare o arrestare individui catturati, ma che i commissari politici [comunisti dell'Armata Rossa] devono essere segregati e liquidati. Ogni comandante di battaglione deve sapere che è in suo potere ordinare fucilazioni collettive".