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Imperialismo e Colonialismo

Anche per i popoli e per i paesi lontani da quell'Europa e da quel Nordamerica che stavano industrializzandosi, il Novecento si apriva con caratteri radicalmente nuovi, che gli storici non hanno ancora del tutto indagato.

L'America Latina aveva conosciuto e alternato fermenti indipendentisti, con la proclamazione di stati autonomi, e sottomissione politica ed economica.

I regni dell'Africa avevano conosciuto sorti alterne: ma tranne l'impero etiopico tutti avevano finito per soccombere alla penetrazione e poi alla conquista dell'Uomo Bianco. Il Continente Nero, agli inizi dell'Ottocento ancora in larghissima parte sconosciuto agli Europei, era stato solcato da innumerevoli viaggi di esplorazione: agli esploratori erano poi seguiti i missionari, e a questi i primi coloni e le truppe di occupazione. Saldamente insediatosi nelle coste, il colonialismo europeo aveva pian piano conquistato l'interno misterioso. Nelle capitali europee delle potenze coloniali si stendevano piani di dominio e sfruttamento integrale: tipo quello inglese di collegare con una ferrovia britannica il Cairo a nord e la sudafricana Città del Capo a sud, o quello francese di gettare una grande ferrovia transahariana. Contro l'invasione e lo sfruttamento da parte dei Bianchi si erano sollevati imponenti movimenti africani di resistenza. Ma al 1914 tutto il Continente Nero (appunto tranne l'Etiopia e la minuscola Liberia) era "spartito" fra le potenze europee. L'Africa era ormai inserita nel mercato internazionale.

Analogamente, sia pure in tempi in parte diversi, accadde alla sterminata Asia e alle sue diverse aree. Il subcontinente indiano, scosso dalla rivolta del 1857, era già da tempo in mano agli inglesi, che perfezionarono il loro sistema di dominio. La Cina - già scossa da un circolo vizioso di decadenza e indebolimento dell'amministrazione centrale e di rivolte popolari e contadine - fu aggredita ai confini e, con il sistema della "porta aperta", obbligata a subire l'urto disgregante di trattati commerciali ineguali. Infine, messo anch'esso alle strette, il Giappone scelse la via dell'occidentalizzazione e dell'industrializzazione, pur nell'iniziale permanere del sistema sociale e culturale tradizionale.

Alcuni eventi sembrarono segnalare che il mondo sarebbe alla fine cambiato. Nel 1896 l'Etiopia bloccò l'espansione coloniale italiana ad Adua; nel 1905 la guerra russo-giapponese fu risolta da una schiacciante superiorità di Tokyo. Non si trattava solo di momentanei incidenti di percorso: erano le prime volte che il Bianco veniva atterrato dal Nero e dal Giallo.

Bibliografia

Giampiero Carocci, L'età dell'imperialismo, Bologna, Il Mulino, 1979

David k. Fieldhouse, L'età dell'imperialismo 1830-1914, Roma-Bari, Laterza, 1975

Edward W. Said, Orientalismo, Torino, Bollati Boringhieri, 1991