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Qubilai KhanQubilai Khan Fra le grandi figure della stirpe mongola Qubilai è senz'altro quella che - soprattutto grazie ai racconti di Marco Polo, per lunghi anni alla sua corte - ha maggiormente incuriosito e affascinato gli Occidentali. Nato verso il 1215 da Tului, figlio di Gengis Khan, ebbe dal fratello, il Gran Khan Mongka, l'incarico di compiere la conquista del regno cinese dei Song, divenendo successivamente governatore del Katai (1251-1252). Uscì vittorioso dalle guerre di successione che insanguinarono l'impero alla morte di Mongka ed ottenne a sua volta (1260) il riconoscimento del titolo di Gran Khan, peraltro poco più che onorifico, considerati i processi di divisione in atto nel complesso dei territori soggetti ai Mongoli. Della disgregazione dell'impero, comunque, Qubilai non si preoccupò più di tanto, concentrandosi sul suo possesso diretto, la Cina. Primo capo straniero di un regno quindici volte centenario, ma incline ad assumere comportamenti e tradizioni cinesi (a partire dalla scelta del nome della sua dinastia: Yuan), rinunciò ai metodi di distruzione cari ai Mongoli preferendo puntare sull'organizzazione sistematica delle regioni conquistate: incoraggiò l'agricoltura con la realizzazione di grandi lavori idraulici; riordinò le vie di comunicazione istituendo un efficiente servizio postale; perfezionò il meccanismo degli approvvigionamenti alimentari per fronteggiare le carestie; creò un sistema assistenziale basato sulla costruzione di ospedali, orfanotrofi, ospizi per gli anziani. Curioso e intelligente, sapiente regista di una magnificenza che impressionava i contemporanei, non fu un buon condottiero: fuori dalla Cina, di cui completò la conquiste nel 1276-1277, la sua politica espansionistica non ebbe successo, e vani furono i tentativi di sottomettere il Giappone, la Cambogia, la Birmania e Giava. Morì nel 1294.
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