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Le conquiste normanne

A partire dall'VIII secolo, ma soprattutto nei due successivi, dalle terre della Scandinavia, dove il clima va raffreddandosi e la popolazione è in crescita, si irradiano quasi in ogni direzione agguerrite bande di avventurieri. Il latino conia per loro il termine Normanni, le lingue nordiche li chiamano Vichinghi, verso Oriente sono noti come Vareghi.

I diversi nomi collettivi celano in realtà tre differenti gruppi, che, per quanto talvolta mischiati, si scelgono aree separate di espansione. I Norvegesi puntano essenzialmente verso nord-ovest: alcuni raggiungono le isole Shetland, la Scozia, l'Irlanda e più tardi le coste atlantiche della Francia, con incursioni fin nella Penisola Iberica e in Italia; altri si dirigono verso le isole Får Øer e l'Islanda. I Danesi individuano come campo delle loro azioni innanzitutto le coste meridionali del Mare del Nord, dalla Sassonia alla futura Normandia, quindi, varcata la Manica, quelle dell'Inghilterra orientale. Gli Svedesi si muovono verso sud-est, unendo iniziative commerciali e spirito guerriero; navigano sul Volga fino al Mar Caspio, sulla Dvina e sul Dnepr fino al Mar Nero e al Bosforo.

Sul finire del IX secolo le razzie e il saccheggio, con i quali i guerrieri dei fiordi hanno terrorizzato le popolazioni di mezza Europa, non escluse quelle di città come Parigi e Lisbona, Pisa, Aquisgrana e Bisanzio, lasciano il posto alla penetrazione e alla colonizzazione. Oleg, di stirpe varega, costruisce in Russia il principato di Kiev, destinato ad essere, per oltre un secolo e mezzo, centro di elaborazione di una fiorente civiltà nella quale si fondono influssi scandinavi, slavi e bizantini; il danese Rollone, insediato in Normandia dall'896, si dichiara vassallo del re di Francia ottenendo in cambio, nel 911, il riconoscimento dei suoi possedimenti; i Normanni d'Inghilterra sono attestati in una vasta area centro-orientale dell'isola (il Danelaw), nella quale spiccano lo stato "dei cinque borghi" (Lincoln, Stafford, Leicester, Nottingham e Derby) e il regno di York, ma queste creazioni non reggono alla controffensiva degli Anglo-Sassoni, finalmente uniti sotto la monarchia di Edgardo.

Il crepuscolo del primo millennio dell'era cristiana segna una nuova fase di migrazioni. Partendo dalla loro base islandese, i Norvegesi si spingono fino in Groenlandia, che raggiungono verso il 982, e in America settentrionale; contemporaneamente un forte esercito danese torna ad aggredire l'Inghilterra, che, conquistata quasi per intero, viene inserita dal 1016 nell'effimero impero di Canuto il Grande, comprendente, oltre alla Danimarca e all'Isola Britannica, anche la Norvegia e parte della Svezia.

Le più importanti imprese di quest'ultimo periodo dell'epopea vichinga, tuttavia, muovono tutte dal ducato di Normandia. È da qui che Guglielmo il Bastardo, radunate circa mille imbarcazioni ed ottomila uomini, approda in Inghilterra, dove, nell'intricata situazione dinastica seguita alla morte del re Edoardo il Confessore, riesce ad avere ragione del pretendente anglo-sassone nella storica battaglia di Hastings. È il 14 ottobre 1066. Incoronato re nell'abbazia di Westminster il 25 dicembre, giorno dell'anniversario del battesimo del sovrano franco Clodoveo e dell'investitura imperiale di Carlo Magno, Guglielmo, ormai "il Conquistatore", impiegherà tre anni per rendere effettiva l'occupazione del paese.

Intanto gruppi di mercenari - per lo più figli cadetti dell'aristocrazia feudale in cerca di fortuna - si trasferiscono, sempre dalla Normandia, nell'Italia meridionale, dove offrono i loro servigi ai vari potentati locali in lotta, ricavandone denaro e terre. È una lenta ma costante ascesa. Nel 1029 Rainulfo Drengot ottiene a titolo di compenso la contea di Aversa dal duca di Napoli Sergio IV; nel 1041 i fratelli Altavilla si lanciano in una fortunata operazione di conquista della Puglia, fino ad allora provincia bizantina, divenendo conti di Melfi. Nel 1053 un esercito, al comando degli stessi Altavilla, si scontra con le truppe di papa Leone IX riportando una vittoria decisiva; nel 1059, grazie ad un accordo con il nuovo pontefice, il condottiero Roberto il Guiscardo si vede riconosciuto il titolo di duca di Puglia e Calabria. Poi l'espansione investe la Sicilia, che viene strappata agli Arabi da Ruggero d'Altavilla fra il 1061 e il 1091. Nel 1130, infine, l'intero Mezzogiorno è unificato sotto lo scettro di Ruggero II, che fissa la sua residenza nella splendida e cosmopolita Palermo. Da qui, non ancora sazio di conquiste, il re normanno sottomette fra il 1135 e il 1153 la costa settentrionale dell'Africa da Annaba a Tripoli.

In questi medesimi anni, dal matrimonio tra Matilde, figlia del re d'Inghilterra Enrico I, e il conte Goffredo d'Angiò, nasce una nuova dinastia, detta dei Plantageneti, che dal 1154 cumula la corona inglese e ingenti territori in Francia.

Navigatori ed erranti, fondatori di stati, nei secoli XI e XII i Normanni di tutta Europa danno un contributo decisivo alla riscossa della Cristianità, non trascurando la propria affermazione personale. In Spagna, dove si combatte per cacciare gli Arabi, Roberto Burdet guadagna prestigio e notorietà, fino a diventare principe di Tarragona; nel Vicino Oriente, teatro delle Crociate, Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, riesce a ritagliarsi nel 1098 un proprio dominio territoriale intorno ad Antiochia e a mantenerlo ai suoi discendenti per quasi duecento anni.

I due più grandi successi dell'espansione normanna nell'Europa continentale svaniscono quasi contemporaneamente fra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII: il regno normanno di Sicilia, per mancanza di eredi maschi, finisce nel 1194 nelle mani di Enrico VI di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, mentre quasi tutti i possedimenti francesi della corona inglese passano nel 1214 al re di Francia Filippo Augusto. La straordinaria avventura dei Normanni può dirsi conclusa.

Bibliografia

Y. Cohat, I Vichinghi, signori del Mare, trad. it., Milano, Electa-Gallimard, 1993

A.A.V.V., I Normanni, popolo d'Europa 1030-1200, a cura di M. D'Onofrio, Catalogo della Mostra, Venezia, Marsilio, 1994

A. A. Settia, L'espansione normanna, in La Storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età Contemporanea, vol. II, Il Medioevo, Torino, Utet, 1986-1988, tomo 2, pp. 263-285