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Harun al-RashidHarun Al-Rashid In una delle novelle raccolte nelle Mille e una notte, il califfo Harun al-Rashid, insieme al suo fido gran Visir Giafar, percorre le strade di Baghdad travestito da mercante per controllare di persona il comportamento dei suoi sudditi, "senza aver nulla osservato" - vi si legge - "che fosse contro il buon ordine". La realtà in cui si trovò ad operare Harun al-Rashid, nato nel 766, quinto dei califfi abbasidi (786-809), fu assai più difficile. Dovette infatti arginare l'invadenza della potente famiglia dei Barmekidi, e in particolare di Yahya ibn Khalid (il padre del Giafar del racconto), che ebbe a lungo in mano le vere leve del potere, fino a quando, nell'803, non venne imprigionato. Dovette inoltre fronteggiare frequenti rivolte del suo immenso territorio e i primi episodi di quel processo di autonomizzazione delle province periferiche che sarebbe divenuto inarrestabile nel corso del IX secolo. Condusse lunghe guerre contro l'impero bizantino, sconfiggendo le truppe dell'imperatore Niceforo I in Frigia e costringendolo al pagamento di un pesantissimo tributo annuale. Scambiò con Carlo Magno ambascerie a proposito della sorte dei pellegrini cristiani a Gerusalemme, e gli riconobbe forse un certo diritto di protezione su di loro. Malgrado queste difficoltà, il suo regno segnò l'apice della potenza abbaside e la sua figura assunse un leggendario alone di giustizia e magnificenza divenendo una delle più rappresentative della civiltà musulmana. Morì mentre si accingeva a reprimere una grave rivolta in Transoxiana.
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