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Basilio II

Basilio II

Tra gli imperatori del "millennio bizantino" Basilio, appartenente alla dinastia macedone, è ricordato soprattutto per le sue doti di guerriero e capo militare. Ed in effetti trascorse buona parte della sua vita lottando contro pericolosi nemici interni ed esterni. Nato verso il 957, ed incoronato da bambino, cominciò ad esercitare un potere autonomo all'età di ventotto anni. I suoi esordi furono segnati dalla grave sconfitta inflittagli dallo zar dei Bulgari Samuele al passo della porta di Traiano, che scatenò la rivolta dei magnati bizantini Bardas Skleros e Bardas Foca. Ma anche grazie all'aiuto del principe di Kiev Vladimiro (989), cui avrebbe poi dato in sposa la sorella Anna, riuscì a restaurare l'ordine, riprendendo al contempo le ostilità contro il potente vicino bulgaro, che minacciava ormai di sostituirsi ai bizantini nel dominio sui Balcani. Dopo lunghi anni di una durissima guerra, la battaglia risolutiva fu combattuta nel 1014 a Cleidon, dove i bizantini fecero 15.000 prigionieri: Basilio, che da allora fu chiamato il "Bulgaroctono" (lo "sterminatore dei Bulgari"), li fece accecare tutti tranne uno su cento, cui venne lasciato un occhio per ricondurre i compagni di sventura davanti al loro zar. Quattro anni dopo l'impero bulgaro si sottometteva a Bisanzio, che recuperava così l'intera regione balcanica fino alla Sava. Né fu questa l'unica impresa militare dell'imperatore-soldato, che represse le rivolte scoppiate in Puglia nel 1011 e nel 1018, fermò i musulmani d'Egitto che tentavano di avanzare in Siria, estese i dominii di Bisanzio verso Oriente. Alla sua morte, avvenuta nel 1025, lasciò un immenso tesoro di monete d'oro ed un impero che aspirava a buon diritto al ruolo di prima "potenza mondiale".