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Le prime grandi civiltà: Egitto, Mesopotamia, Ittiti, India e Cina

Nel IV millennio a.C. in molte zone del Vicino ed Estremo Oriente si compì, pressoché contemporaneamente, il passaggio dalle comunità di villaggio alle prime grandi civiltà urbane. Questa trasformazione avvenne in regioni pianeggianti, solcate da grandi fiumi, dove poteva svilupparsi un'agricoltura intensiva, come l'Egitto, la Mesopotamia, la valle dell'Indo e la Cina. Mentre la civiltà fiorita in Egitto portò, da una situazione di numerose unità territoriali alla formazione di due regni, Alto e Basso Egitto, e poi, già nel 3100 a.C., alla nascita di uno stato unitario, la regione tra il Tigri e l'Eufrate ha una storia molto più complessa. La Mesopotamia, essendo crocevia di traffici commerciali e priva di valide barriere naturali, subì, nel corso dei secoli, ripetute infiltrazioni di popolazioni nomadi, attratte dalla regione fertile, e conobbe l'avvicendarsi di diverse civiltà. Il processo di crescita urbana iniziò nella Bassa Mesopotamia, la terra di Sumer, dove tra IV e III millennio si svilupparono numerose città-stato, cresciute intorno al tempio, e governate da un re-sacerdote. Le città-stato sumere erano in lotta quasi continua tra di loro, con il prevalere ora dell'una ora dell'altra. Questa regione, già omogenea culturalmente, trovò unita politica nel 2370 a.C. ca. quando il re di Umma unificò il paese. Ma nel 2350 a.C. Sargon, re degli Accadi (popolazione semita stanziata a nord di Sumer), sottomise la regione, conquistando poi l'Elam, la media valle del Tigri (Assiria), le fiorenti città di Mari e Ebla, fino a toccare le coste siriache e le propaggini dell'altopiano anatolico. L'impero accadico, che in realtà non fu un vero impero territoriale (le guerre miravano piuttosto ad una affermazione economica, stipulando trattati che consentissero ad Accad di controllare le grandi vie commerciali, lasciando al loro posto i governi locali), cadde intorno al 2200 a.C., quando i Gutei, discesi dallo Zagros, invasero il paese facendolo cadere nell'anarchia. Intorno al 2100 a.C. si ebbe una ripresa dei Sumeri, che con la III dinastia di Ur riunificarono il paese, facendo riprendere alla Mesopotamia il ruolo guida nell'Asia Anteriore. Per varie cause, sia economiche che antropiche, il potere di Ur cadde, in concomitanza con la pressione a ovest degli Amorrei, nomadi semiti. Il quadro politico dei primi secoli del II millennio è caratterizzato da una frammentazione di stati intorno ai centri politici maggiori. Tra questi sono da ricordare Eshunna, Larsa, il regno assiro di Shamshi-Adad, e Babilonia, che con Hammurabi (1792-1750 a.C.) arrivò a controllare il territorio dal Golfo Persico al medio Tigri e Eufrate. Ma gli equilibri politici erano destinati a mutare di nuovo: intorno al 1700 a.C. si ebbero le invasioni dei "Popoli dei monti”, genti provenienti dai monti e altipiani a nord di Mesopotamia e Siria. Tra questi erano i Cassiti, provenienti dallo Zagros, che iniziarono a premere su Babilonia, costretta, nell'impegno della difesa, a fare andare in frantumi il suo impero, fino a quando i Cassiti, nel 1600 a.C. ca., vi insediarono una propria dinastia. In Anatolia, verso il 1700 a.C., appare già costituito un vasto regno ittita (Khatti), frutto della fusione tra conquistatori indoeuropei e genti locali, retto da una aristocrazia guerriera, mentre l'Egitto conobbe un periodo di dominazione asiatica da parte degli Hyksos ("principi dei paesi stranieri"), che si erano stabiliti nel Delta. Un altro "Popolo dei monti" erano i Khurriti o Hurriti, che, forse dal Caucaso, si infiltrarono fino in Siria, dove organizzarono un bellicoso stato, il Mitanni. Verso il 1500 a.C., dopo gli sconvolgimenti iniziati due secoli prima, emergeva un nuovo assetto che vedeva quattro stati principali: Babilonia cassita, Mitanni, Khatti e Egitto, che, con la definitiva cacciata degli Hyksos, risorgeva a nuovo splendore. Questi ultimi tre stati si contesero con le armi e le arti diplomatiche l'egemonia ed il possesso della Siria. Volendo semplificare le loro complesse vicende storiche, si può dire che fino al 1400 a.C. ca. la lotta si svolse soprattutto tra Egitto e Mitanni, con l'alternarsi, nella zona siro-palestinese, ora dell'influenza dell'uno ora dell'altro. Dopo il 1400, gli Ittiti, superato un periodo di crisi interna, sotto la guida dell'energico Suppiluliumas (1380-1346 a.C.) attaccarono il Mitanni, annettendolo come vassallo e, approfittando di un momento di disinteresse dell'Egitto, conquistarono tutta la Siria. Verso il 1300 a.C. si ebbe lo scontro, a lungo rimandato, tra Egiziani e Ittiti, culminato nella battaglia di Qadesh (1296 a.C.). L'esito della guerra fu incerto e le zone di influenza rimasero invariate, sancite alcuni anni dopo da un trattato. Verso il 1200 a.C. il Vicino Oriente fu sconvolto dal movimento dei “Popoli del mare”, che cambiò la geografia politica di tutta l'Asia Anteriore: l'impero ittita si disgregò, sostituito poi da deboli regni minori, e, in seguito alla spinta dei "Popoli del mare", Mesopotamia e Siria furono investite da un nuovo afflusso di genti semitiche, gli Aramei. Tutto il periodo compreso fra 1200 e 900 a.C. fu un'età di disgregazione, di trasformazioni socio-economiche, critica fase di transizione tra gli assetti raggiunti dalle società urbane nella tarda età del Bronzo e la nuova età del Ferro. Per l'Egitto, che doveva importare questo metallo, iniziò un lento periodo di decadenza che avrebbe visto il paese cadere sotto varie dominazioni straniere, pur conservando per secoli la propria civiltà e cultura. I primi a risollevarsi da questa crisi generale, approfittando della debolezza degli altri, furono gli Assiri. A partire dal IX secolo a.C. e per tutto l'VIII essi procedettero a progressive annessioni territoriali, che li portarono alla costituzione di un vasto impero. Con Assurbanipal (669-631 a.C.) il regno assiro, completata la conquista dell'Egitto, raggiunse la sua massima estensione territoriale e potenza. Il potere assiro sarebbe caduto alla fine del VII secolo a.C. sotto il peso dei suoi stessi crudeli sistemi di governo, che resero gli Assiri invisi alle popolazioni soggette, e sotto la pressione, ai confini settentrionali, di Cimmeri e Sciiti.

Cina e India

Circa 6000-5000 anni fa la valle dell'Indo era percorsa da due grandi fiumi paralleli, l'Indo con i suoi affluenti e il Ghaggar-Hakra (ora inaridito). In questa zona lo sviluppo delle prime comunità di villaggio e poi delle città e delle forme statali è stato ricostruito come una progressiva integrazione economica di popolazioni e culture adattate a diversi ambienti (agricoltori nelle pianure, cacciatori e allevatori in steppe e deserti, raccoglitori di sale e pietre semipreziose, pescatori, nomadi e mercanti). A partire dal IV millennio a.C. nella valle dell'Indo si svilupparono varie culture regionali ("età della regionalizzazione"), con la diffusione di veri e propri centri proto-urbani lungo le principali vie di comunicazione. Nel periodo detto "dell'integrazione" (2600-1900 a.C.) diverse di queste culture regionali si fusero, formando quella che oggi si definisce fase harappana della civiltà dell'Indo (dal sito di Harappa, in cui per prima si individuò questa cultura). Durante questa fase culture e unità politiche regionali si coagularono in un sistema tendenzialmente unitario, tenuto insieme da interessi economici e da alleanze politiche. Le città più conosciute e famose di questo periodo sono Harappa e Mohenjo-Daro. Sull'organizzazione socio-politica di questa civiltà non c'è accordo tra gli studiosi: c'è chi pensa ad un'organizzazione di tipo statale e chi, al contrario, immagina una società poco organizzata. Molti punti sono a favore della prima ipotesi, come l'omogeneità culturale, la gerarchia dimensionale dei centri, che fa pensare ad una centralizzazione politica, l'esistenza di sistemi unificati di scrittura (non ancora decifrata) e misura. La civiltà dell'Indo aveva contatti commerciali con altri paesi, sia per terra (in Asia centrale per approvvigionamento di rame e stagno), che per mare (penisola arabica e Mesopotamia). A partire dal 1900 a.C. il sistema centralizzato harappano entrò in crisi e si avviò un processo di trasformazione economica e decentramento degli insediamenti, con una progressiva diversificazione culturale (1900-1300 a.C. "età della localizzazione"). Questa crisi ha indubbiamente molte cause, tra cui l'inaridimento del fiume Ghaggar-Hakra, che provocò la trasformazione in deserto di una delle più importanti regioni del dominio harappano. A ciò si deve aggiungere la diffusione della coltivazione di riso e miglio, che apriva nuove possibilità di sfruttamento in zone prima marginali, e la diffusione di cavallo, cammello e palma da dattero, che consentì a comunità periferiche di rendersi più efficienti economicamente e politicamente. La civiltà dell'Indo decadde fino a sparire, in concomitanza con l'invasione ariana. Gli Arii, una popolazione nomade indoeuropea proveniente dall'altopiano iranico, si stabilirono prima nella valle dell'Indo, poi estesero la loro influenza anche sulla valle del Gange. L'organizzazione sociale sorta in India nel periodo ariano era molto rigida, con una divisione della popolazione in caste. Comunque gli Arii non crearono uno stato unitario, che in India sarebbe nato solo verso il IV secolo a.C.

In Cina fin dal IV millennio a.C. si erano stanziate lungo il corso dello Huang He genti dedite all'agricoltura, ma la nascita del primo stato cinese si ebbe, in questa zona, nel XXI secolo a.C. ca. con la dinastia Xia. Del periodo Xia abbiamo poche informazioni, ma sappiamo che la società era basata sul sistema schiavistico e che il sovrano deteneva il potere politico grazie al controllo delle attività metallurgiche. Nel XVI secolo agli Xia succedettero gli Shang: è in questo periodo che comparve in Cina la scrittura, prima pittografica e poi ideografica. Territorialmente gli Shang si espansero verso sud, fino oltre il corso dello Yangzi Jiang. Intorno al 1000 a.C. la famiglia Zhou, vassalla degli Shang, si ribellò, fondando una nuova dinastia. Da un punto di vista organizzativo i Zhou furono meno accentratori degli Shang, concedendo una certa autonomia alle famiglie nobili. A partire dall'VIII secolo a.C. iniziò la decadenza Zhou, che toccò il culmine tra VI e III secolo. Gli anni compresi tra il 770 e il 476 a.C. (“Primavere e Autunni”) e tra il 475 e il 221 a.C. (“Stati Combattenti”), con la transizione da uno stato schiavista ad uno feudale, portarono grandi sconvolgimenti alla società cinese. Quest'ultimo periodo fu segnato da sanguinose guerre civili fra le diverse famiglie dell'aristocrazia cinese, ma anche dalla diffusione del confucianesimo e del taoismo.

Bibliografia

N. Grimal, Storia dell'antico Egitto, Roma-Bari, 1992

M. Liverani, Antico Oriente. Storia, società, economia, Roma-Bari, 1982

M. Wheeler, Civiltà dell'Indo e del Gange, Milano, 1960