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Le prime esplorazioni
Con il XV secolo si apre uno dei capitoli più straordinari della storia mondiale: quello delle grandi scoperte geografiche e della conquista di nuove terre. Certo, singole iniziative, talvolta di notevole respiro, si erano registrate anche nei secoli precedenti. I Norvegesi, colonizzata l'Islanda a partire dall'870, si erano spinti da qui, verso la fine del X secolo, in Groenlandia (dove avevano costituito stabili insediamenti) e in America Settentrionale. Marco Polo, preceduto dai viaggiatori arabi, aveva percorso l'immenso continente asiatico: da San Giovanni d'Acri in Palestina aveva raggiunto la florida città di Tabriz in Azerbaigian, e Hormuz sullo stretto fra il Mar Rosso e il Mare di Oman; poi, attraversati Persia, Afghanistan e Turkestan, era entrato nel cuore dei territori del Gran Khan, arrivando a Pechino. Ma il movimento di espansione che si delinea nell'ultimo secolo del Medioevo è qualcosa di molto più corale e complesso. Tra il 1405 e il 1433 l'ammiraglio cinese Zeng He conduce sette imponenti spedizioni navali nel sud-est asiatico, in India, in Persia, in Arabia e lungo la costa orientale africana. Dal 1465 i russi cominciano la colonizzazione della Siberia e il mercante Nikitin intraprende un lungo viaggio che lo conduce fino a Dahat, in India. Negli stessi decenni anche i figli dell'Occidente europeo si proiettano sempre più decisamente fuori dai propri tranquillizzanti orizzonti. Li anima una nuova curiosità geografica e scientifica, la coscienza dell'esistenza di altri mondi brulicanti di anime da salvare, il desiderio di raggiungere a oriente le regioni delle pietre preziose, della seta e delle spezie, a sud la terra dell'oro e degli schiavi. Fra di essi vi sono degli isolati, come il veneziano Niccolò de' Conti, che viaggia attraverso l'India e l'Indonesia approdando forse sulle coste meridionali della Cina; e altri che si muovono con disegni e prospettive più ampie, come gli intraprendenti Portoghesi: nel 1415 si attestano a Ceuta in Marocco, nel 1418 a Madeira, nel 1434 doppiano il pericoloso capo Bojador sulla costa nord-occidentale dell'Africa, dieci anni dopo il Capo Verde, verso il 1470 si avventurano oltre la linea dell'Equatore. Ovunque impiantano stazioni commerciali, in cui scambiano soprattutto tessuti e utensili di metallo con schiavi e polvere d'oro. Nel 1487-88 ancora uno di loro, Bartolomeu Diaz, raggiunge e doppia il Capo di Buona Speranza: la via delle Indie si apre dinanzi alla sua nave, ma l'equipaggio, stanco, lo persuade a tornare in patria. Il periodo aureo dell'espansione europea, in ogni caso, sta per cominciare.
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