Una raccolta di questa ampiezza non poteva avere alcuna pretesa di criticità: basti pensare al fatto che
i testi sono stati tratti da edizioni che spaziano per oltre un secolo: i criteri editoriali, le filosofie dell'intervento
testuale, persino le convenzioni tipografiche presentavano ogni differenza immaginabile.
Il solo tentativo che si è fatto è stato quello di uniformare tipograficamente i testi; altri interventi
avrebbero certamente costituito un'impresa improponibile.
Nel raccogliere questi testi non si poteva non partire dall'edizione dei Poeti del Duecento a cura di Gianfranco
Contini e dei suoi numerosi collaboratori, ed è quest'opera che dà in un certo senso uno scheletro
alla raccolta effettuata.
A partire da questa base, si sono integrati i testi in base a questi criteri:
Questo approccio semplicistico mi è sembrato giustificato in base ad una semplicissima considerazione: questa
non è un'edizione, e neppure un libro da leggere: è uno strumento di ricerca.
Come edizione, sarebbe una pessima edizione, ma come strumento di ricerca funziona e permette di effettuare ricerche
completamente impensabili con metodi convenzionali.