Ciacco dell'Anguillara, O gemma lezïosa

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«O gemma lezïosa,
adorna villanella,
che se' più virtudiosa
che non se ne favella;
per la virtude c'hai
per grazia del signore,
aiutami, chè sai
Ch'io son tuo servo, amore».
«Assai son gemme in terra
ed in fiume ed in mare,
c'hanno virtude in guerra
e fanno altru' allegrare.
Amico, io non son dessa
di quelle tre nessuna:
altrove va' per essa
e cerca altra persona».
«Madonna, troppo è grave
la vostra risponsione;
chè io non aggio nave
nè non son marangone,
ch'io sappia andar cercando
colà ove mi dite.
Per voi perisco amando,
se non mi sovvenite».
«Se perir tu dovessi
per questo cercamento,
non crederia che avessi
in te innamoramento.
Ma, s' tu credi morire
innanzi ch'esca l'anno,
per te fo messe dire,
come altre donne fanno».
«O villanella adorna,
fa' sì ch'io non perisca:
chè l'uomo morto non torna
per far poi cantar messa.
Se vuoimi dar conforto,
madonna, non tardare:
quand'odi ch'io sia morto,
non far messa cantare».
«Se morir non ti credi,
molto hai folle credenza,
se quanto in terra vedi
trapassa per sentenza.
Ma s'tu sei dio terreni,
Non ti posso scampare:
guarda che legge tieni,
se non credi all'altare».
«Per l'altar mi richiamo
che adoran li cristiani,
però mercè vi chiamo,
ch'io sono in vostre mani;
pregovi in cortesia
he m'atiate, per Dio;
perchè la vita mia
da voi conosco in fio».
«Sì sai chieder mercede
con umiltà piacente!
Giovar deeti la fede
se ami coralmente.
Tanto m'hai predicata
e sì saputo dire,
ch'io mi sono accordata:
dimmi, che t'è in piacire?»
«Madonna, a me non piace
castella nè monete:
fatemi far la pace
con l'amor che sapete.
Questo addimando a vui
e facciovi finita.
Donna siete di lui,
ed egli è la mia vita».